La Banca Centrale Europea, nella riunione dell’11 settembre 2025, ha deciso di non cambiare i propri tassi di riferimento. In pratica, chi controlla il costo del denaro ha scelto di lasciare tutto com’è: il tasso sui depositi resta al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15%, e quello marginale al 2,40%.
La motivazione ufficiale è semplice: l’inflazione in Europa si muove attorno al target medio del 2%, e le previsioni future non suggeriscono scossoni. In altre parole, per ora non è il momento di aumenti.
Questa decisione non cambia in modo drastico il panorama per chi ha o vuole un mutuo, ma conferma una certa stabilità dopo mesi di incertezze.
Quindi concretamente chi è titolare di un mutuo a tasso variabile, legato all’Euribor (1 o 3 mesi), potrebbe beneficiare di rate più leggere. Un esempio: un mutuo variabile trentennale con spread dello 0,75% ha visto la rata passare da circa 1.026 €/mese a 811 €/mese, con un risparmio annuo stimato intorno ai 2.580 €.
Per quanto concerne i mutui a tasso fisso, la rata rimane più “sicura” e prevedibile, ma in genere più elevata rispetto ai mesi scorsi. Per esempio, per un piano di 30 anni con spread dello 0,50%, la rata può essere salita da 843 €/mese a 856 €/mese.
Quindi, ad oggi chi sta decidendo se puntare sul fisso o sul variabile potrebbe guardare con più favore al variabile, valutando e restando sempre vigili, sull’andamento dei tassi che dovrebbero rimanere comunque moderati.
Anche le banche, d’altro canto, mostrano prudenza, infatti, con i tassi BCE più “morbidi”, non sempre rilasciano condizioni aggressive verso i clienti. In Italia, il tasso effettivo (TAEG) medio per i nuovi mutui è oggi intorno al 3,61, con la possibilità di accedere al mutuo giovani ad un tasso del 2,78 fisso, restando ben sopra i livelli BCE. Ciò significa che le banche tendono a mantenere margini prudenti, in vista di possibili rischi macroeconomici o instabilità sui mercati.
Abbiamo analizzato la situazione in Abruzzo, con un occhio di riguardo a quello che coinvolge tutto il mercato dei mutui a Pescara.
In Abruzzo la richiesta media di mutuo è salita a circa 112.080 € nel 2024, con un +3% rispetto all’anno precedente, e il numero di domande è aumentato del 6%. A Pescara, in particolare, il mutuo medio richiesto è il più alto della regione: circa 121.506 € . Nei primi quattro mesi del 2024, nella provincia di Pescara la cifra media delle richieste era già salita a 124.264 €. Nel mercato immobiliare regionale, ad esempio per una casa da 176.000 €, la rata mensile stimata, a tasso fisso del 2,45% è di circa 708 €/mese.
Nel contesto delle surroghe (cioè cambiare banca per avere condizioni migliori), la regione Abruzzo ha visto un aumento delle richieste: nel primo trimestre 2025 le surroghe pesano per il 29,6% dei mutui attivati, contro il 28,4% dello stesso periodo 2024. Un’eccezione: a Pescara la richiesta di surroghe ha registrato un lievissimo calo del –2,9% rispetto all’anno precedente.
Questi dati suggeriscono che, anche da noi, la domanda di mutui è tornata a respirare, e le famiglie guardano con attenzione alle offerte più favorevoli.
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